Achille, un pensionato in incipiente crisi esistenziale, viene suo malgrado coinvolto in una brutta storia di usura e per salvare Corrado un suo vecchio amico si inventa, con successo, investigatore. In seguito sventa anche un tentativo di assassinarlo. La storia si svolge tra Nocera Inferiore, Milano e Niksic (Montenegro). Il giallo dà l’estro all’autore di spaziare tra ricordi personali e non, descrizioni e paragoni tra la Nuceria antica, quella di un passato recente e quella di oggi, di esprimere la sua opinione sul senso della vita, sul razzismo e gli altri mali che attraversano questi nostri tempi. Non è un saggio né un trattato, i concetti spaziano in tutta la narrazione del romanzo rendendolo più lieve, anche se non mancano momenti molto cruenti. L’ incontro inaspettato con Tina, una sua “vecchia” fiamma dà il destro all’autore di narrare una delicata e intensa storia d’amore. Inoltre un velo di sottile autoironia pervade tutto l’intreccio delle varie vicende. I personaggi che animano le varie storie, seppure siano in parte tratti da persone che l’autore ha incontrato nella sua vita, si muovono in modo assolutamente immaginario per cui si può affermare senza tema di essere smentiti che ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.
Michele Vollaro, figlio del ’68, come per tantissimi giovani suoi coetanei, ha messo la politica al centro della sua vita. Si è salvato dal crollo dei suoi ideali grazie al proprio lavoro. Nato a Nocera Inferiore ha vissuto molti anni a Napoli, dove si è occupato di riabilitazione psichiatrica. La scrittura gli ha permesso di mettere ordine nella sua vita e superare una depressione latente.
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